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Compostaggio

Un Piano innovativo e lungimirante non deve dimenticare che solo gestendo al meglio la frazione organica, si raggiunge il quantitativo minimo di RD necessaria per Legge, e si prevengono impatti e costi che altrimenti gravano e graveranno sempre più sulla collettività.

"Bisogna ricordare che l'intercettazione consistente della frazione organica consente di RIDURRE LA FREQUENZA DI RACCOLTA (ed anche i quantitativi) del rifiuto (mpc) residuo... Da tre a due volte a settimana... Tutto ciò comporta una riduzione dei costi complessivi..."(!) In riferimento alla frazione organica: almeno il 30% dei RSU di ogni famiglia, e larga parte in ristoranti rosticcerie, mercati, banchi di supermercati, etc, l'ideale, è la separazione di qualità di tale frazione, con raccolta domiciliare e analisi con operatore di ogni sacchetto consegnato. Perchè?

La ragione ce la fornisce la Comunità Europea stessa "...i chili di anidride carbonica equivalenti risparmiati, per ogni tonnellata di MPC trattati tramite riciclaggio e compostaggio: - 461 kg in atmosfera".
Il costo della Co2 emessa contravvenendo il Protocollo di Kyoto, ha raggiunto una quotazione di 20euro a tonnellata, e tale cifra sembra destinata a crescere.
Al momento di pagare l'emission trading (è inevitabile, l'Italia è troppo inadempiente) tale costo peserà sui contribuenti se si continua a non fare prevenzione, gestire correttamente i "rifiuti" è un ottima occasione di politiche, innanzitutto locali, lungimiranti. Ma non solo.
Ci sono altri motivi, economici prima che ambientali (per chi scrive sono la stessa identica cosa, ma non starò ad annoiarvi con l'esternalizzazione dei costi etc).
Senza troppi altri dettagli: la tassazione sulle discariche crescerà inevitabilmente, e peserà sulla collettività se non si separerà a monte questa frazione.

La UE stessa ci informa che i costi esterni di discarica (che pesano sulla collettività indirettamente) sono ovviamente minori con il recupero del biogas: il metano è decine di volte più pericoloso come gas serra della Co2.

Col "porta a porta" si può produrre compost di ottima qualità, che può essere usato dagli agricoltori locali al posto di costosi e impattanti fertilizzanti chimici (che obbligano poi lo Stato a disinquinare le acque etc., consiglierei ai nostri rappresentanti di dare una occhiata alla legislazione tedesca su questo tema. Per chi scrive sono cose lette ma non approfondite).
Inoltre si previene un processo misconosciuto ai più ma in atto, con l'uso di compost.

Un esempio eclatante, è la pianura padana soggetta a desertificazione, per mancati apporti di sostanza organica dei concimi chimici, ma in tutta la nazione avviene questo fenomeno.
La scelta di spingere sull'utilizzo dell'organico selezionato alla fonte costituisce quindi un obiettivo strategico nazionale di politica energetica, verso una riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. Insomma, possiamo ottimizzare un percorso che dagli scarti di cibo non produca costi e oneri, ma UTILI per tutti, favorendo una agricoltura di qualità: terreni più ricchi, più facilmente lavorbili, in grado di trattenere maggiori quantità di acqua.

Opportuni sconti in tariffa che vadano ad incentivare i singoli comportamenti, sono necessari e stimolanti: se ogni attore vede quanto risparmia prendendo piccole abitudini di separazione, è indubbio che il "porta a porta" si tradurrà in un successo, facendo sentire i cittadini e le attività produttive "coinvolti in un progetto", e non sottoposti a "imposizioni dall'alto di opinabile utilità". Con la sola raccomandazione di produrre informazione, e di qualità, prima dell'avvio: il famoso e disatteso coinvolgimento del cittadino. Sull'organico non sono ammessi errori, e anche gli operatori devono saper essere un valido interfaccia fra amministrazione e utenti, vanno formati e resi consapevoli dell'importanza sociale del loro lavoro: una riqualificazione di professionalità preziosa. Senza raccolte domiciliari, la purezza del raccolto può far ottenere solo del "biostabilizzato": utile a ridurre impatti in discarica, ma niente utilizzo agronomico.

VEDASI PER DETTAGLI: nel documento commissionato dalla Unione Europea, intitolato " Waste management options and climate changes" (Opzioni per la gestione dei rifiuti e cambiamenti climatici), presentato nel 2001 e consultabile in rete, sono riportati i bilanci di gas serra derivanti da diverse strategie di trattamento dei MPC. (materiali post utilizzo) La tabella che segue riporta in sintesi le stime conclusive, in particolare i chili di Co2 equivalenti risparmiati per ogni tonnellata di MPC trattati:

1) - riciclaggio e compostaggio: - 461 kg
2) - trattamento meccanico biologico e segregazione in discarica: - 366 kg
3) - incenerimento con produzione di elettricità: -10 kg

L'interpretazione corretta di questi dati è che per ogni tonnellata di MPC che è incenerita invece di essere riciclata e compostata, si aggiungono 451 kg di gas serra all'atmosfera del nostro pianeta (!!!), nonostante l'immotivata promozione dei rifiuti a "fonte energetica rinnovabile", realizzata per Legge nel Decreto che istituisce i Certificati Verdi. (Decreto Bersani, 1999) Solo in Italia........(!) Questa differenza è dovuta al fatto che l'incenerimento dei manufatti, dopo il loro consumo, costringe il sistema produttivo globale a produrre ex novo gli stessi oggetti, utilizzando materie prime vergini ed energia non rinnovabile.

Il decreto legge 36 del 2003 accoglie la direttiva comunitaria 1999/31. L'articolo 5 pone i limiti di utilizzo delle discariche per i prossimi anni. In particolare si legge: "ciascuna Regione elabora ed approva un apposito programma per la riduzione dei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica". I rifiuti biodegradabili indiscarica dovranno seguire questo andamento:

Anno: Kg/abitante
2008: 173
2011: 115
2018: 81

Come la Regione Lazio intenda rispettare la Legge senza un ricorso massiccio a raccolte differenziate domiciliari, ad oggi, (inizio 2008) è un mistero.
Un altro modello di gestione non solo è utile, conviene.
Roma ad esempio è divisa in Municipi: ogni autorità territoriale deve dotarsi di un piano omogeneo, ognuno con la sua ecoarea e un centro di compostaggio di riferimento a pochi km.
Gestire al meglio i rifiuti, è un dovere civico, di tutti, come tutti dobbiamo concorrere a risolvere il problema che nessun macchinario, per quanto perfezionato, riuscirà a risolvere: le macchine magiche che risolvono i problemi non esistono. Oggi, ancora l'80% degli scarti prodotti da Roma città finisce a Malagrotta, così come gettato nei cassonetti.

Nel Lazio negli ultimi anni non si sono accumulati i fondi per la gestione e la bonifica delle discariche dopo la loro chiusura (gestione post mortem, durata minima 30 anni); tutti i costi andranno a scaricarsi su chi utilizzerà maggiormente le discariche (inadempiendo le normative).

Non si approfondisce qui il COMPOSTAGGIO DOMESTICO.

La separazione secco/umido svolta a livello personale/aziendale, è la strategia più utile, veloce, economica per risolvere le "emergenze" (...).

Gli acquisti verdi dei comuni virtuosi. >>

Per favorire un compostaggio domestico preciso e consapevole, si SEGNALA questo link. Scarica il manuale gratuitamente da Fare Verde: http://www.compost.fareverde.it/upload/compost_prontuario_web.pdf

COMPOSTIERE A SCUOLA!!! >>
In questo modo, a scuola rimangono solo i materiali( vetro, alluminio, carta, plastiche, perfetti) per essere avviati a recupero. E' così lampante in quanto poco consista, la frazione secca residua!




Roberto PiraniQuesto sito vuole essere un contributo alla comunità al fine di dare informazioni corrette ed esaustive sul trattamento dei materiali post utilizzo, ovvero tutto ciò che viene comunemente chiamato "rifiuto".
Il mio obietivo è quello di dare un concreto aiuto per dipanare dubbi e consigliare le migliori pratiche, nonchè per formare il personale e progettare le linee guida rispetto a :
- raccolta porta;
- pre "porta a porta" per ridurre gli scarti;
- dove necessario l'integrazione col brevetto carretta caretta (vedi link);
- gestione senza i cassonetti per strada.

Mio preciso campo di interesse è la facilitazione fra cittadini e autorità nel momento del passaggio al nuovo sistema, oltre alla formazione degli addetti al servizio. A mio parere, è questo un punto strategicamente fondamentale, in quanto solo fornendo loro nuove competenze risulta credibile il cambio di abitudini che si chiede a cittadini e attività produttive.

Roberto Pirani, esperto in gestione e riduzione di materiali post utilizzo.