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L'Emergenza rifiuti nel Lazio - di R. Pirani e V. Miliucci (2009)

La situazione attuale della dichiarata "Emergenza rifiuti" nel Lazio è sintetizzata in una durissima relazione di quegli ambientalisti radicali della CORTE DEI CONTI (sempre se i media decidono finalmente che è il momento di fare informazione, non di divulgare opinioni):
"Risulta evidente che l'emergenza è stata disposta unicamente allo scopo di determinare la sospensione dell'applicazione delle normative di settore, limitare gli OBBLIGHI di concertazione, e il principio di ripartizione delle competenze"...

In sette anni, è la sintesi, nulla è stato fatto se non distribuire consulenze.

L' unica soluzione possibile equilibrata a livello economico, è smetterla di derubare i cittadini via Enel per permettere ai soliti noti di costruire impianti inutili e pericolosi come il Gassificatore che sta sorgento DENTRO la discarica a Malagrotta. Surreale è stata la "lamentela" di quanto "costerebbe" occuparsi in modo moderno dei rifiuti di Roma col "porta a porta": (pare) 40milioni di euro di extra costo per il primo anno. Addirittura!

Il sindaco Veltroni (e chi ne ha preso il posto - nota 2010) non ha capito che non sarebbe un costo, ma un investimento che col tempo farebbe calare la produzione di scarti.

40 milioni di euro non sono niente, se si pensa che per smaltire un nono del totale dell'intera produzione giornaliera di scarti di Roma gli italiani stanno pagando, senza saperlo, via Enel, 180 milioni di euro.
Calpestando la normativa 2001/77/ce e la minima decenza nell'utilizzo di risorse pubbliche (il gassificatore tratterebbe 500 tonnellate al giorno su 4500).

Raggiunto il 60-70% di raccolta differenziata, e lo si può fare SOLTANTO con modalità domiciliare, il rimanente va trattato a freddo e quando rappresenta una criticità insostenibile per la collettività, riprogettato. Non bruciato. Ri-progettato.
Siamo nel 2007, non nel 1970.Il "lavoro" da fare, e coinvolge industrie e designer, è solo questo, con o senza la collaborazione dei Sindacati a Roma, a cui si chiede di riflettere sui passi intrapresi.

Uno studio dell'Università Bocconi del 2005 ha dimostrato che il costo di 1 MWh prodotto da un medio impianto idroelettrico è pari a 66 euro che scende a 63 se viene prodotto dall'eolico, sale a 121 se prodotto da biomasse (scarti vegetali, non come a Brescia...) e arriva a 280 se si tratta di fotovoltaico.
L'incenerimento di rifiuti solidi urbani con il cosiddetto "recupero energetico", senza considerare il costo di gestione e trattamento dei rifiuti PRIMA che arrivino all'inceneritore, è di 228 euro a MWh.

(senza considerare i danni alla salute umana causati dalle nanoparticelle per le quali al mondo NON ESISTONO FILTRI al di sotto dei 2,5micron, e neppure le leggi che le ricerchino. Tralasciando per carità di patria gli inquinanti organici come diossine e pcb e le scorie tossiche che nessuno in Italia sa dove finiscano, Lazio compreso. Dove saranno stoccate quelle del gassificatore non è dato sapere)

"Nei casi di una produzione giornaliera di rifiuti inferiore a 400 tonnellate (140.000 -150.000 ton/anno), i costi di investimento dei forni di incenerimento del tal quale sono così elevati che il maggiore ricavo della produzione di energia elettrica (Cip 6 , certificati verdi) non è sufficiente a rendere conveniente questa soluzione" fonte: Unione Nazionale Aziende produttrici energia elettrica. Conferenza nazionale Energia e Ambiente. Roma, Novembre 1998. (98!) Ecco il motivo del raddoppio dei vecchi inceneritori e il gigantismo dei "nuovi". Questo stesso motivo è alla base dei tentativi di affossare:-raccolte differenziate porta a porta -politiche di riduzione della produzione dei rifiuti (la Legge è opinabile?...)-utilizzo di tecniche di trattamento meccanico biologico per gestire i residui -abolizione di certificati verdi e cip 6 all'incenerimento dei rifiuti-applicazioni di tariffe proporzionali all'effettiva produzione di rifiuti.

La raccolta domiciliare dei rifiuti si attua OGGI a Novara, Asti, Alessandria, Lecco, Monza, Treviso, con buona pace dei fantasisti bipartisan che tirano acqua al mulino delle lobby inceneritoriste. Nel Lazio in pratica si smaltisce, la gestione è altra cosa.

Dai trafiletti sulla stampa del 12 luglio, anche solo minacciando uno sciopero, i Sindacati Ama hanno ottenuto dal Commissario Marrazzo e dal Sindaco Veltroni, l'ennesimo inceneritore di "rifiuti" urbani e soprattutto assimilati agli urbani (il 75% del totale!) da far gestire all'Ama.
E' doveroso e utile a questo punto, partire da dove termina il Pres. del WWF Lazio Raniero Maggini il 10 luglio in una missiva ai Sindacati:
"...in considerazione del fatto che l'impegno delle vostre organizzazioni nei decenni trascorsi per la salubrità del lavoro in fabbrica, oggi va speso per tutelare un ambiente sano per tutti, cittadini e lavoratori.".

E' proprio questo il punto, tutti oggi sanno che l'impegno dei Sindacati, delle P.A., dovrebbe essere speso per ridurre-bonificare la nocività nella quale siamo immersi, nel creare posti di lavoro sani e duraturi; nel luglio del 2007 i Sindacati a Roma, soltanto reclamano il macchinario più anacronistico, inutile e nocivo che l'uomo nella sua stupidità autodistruttiva abbia mai inventato dopo la bomba atomica.

Nello stesso momento in Sicilia la Cgil è schierata coraggiosamente insieme a Rita Borsellino, al Dott. Genchi e agli amici della Rete rifiuti siciliana contro l'illegale PianoCuffaro (4-inceneritori-e-bruciamo-tutto). Lo scorso anno l'Italia (dati pubblici del GSE) ha subito il furto di risorse pubbliche per 5,5 miliardi di euro finiti nelle tasche di petrolieri e gestori di inceneritori, su 6,1 disponibili per incentivare le energie rinnovabili, e sapendo tutto questo, i Sindacati, a Roma sono tuttora a richiedere impianti capaci solo di distruggere ricchezza:
"Rispetto alla raccolta differenziata l'incenerimento porta a una minore occupazione lavorativa essendo necessarie 80 persone per incenerire un milione di tonnellate di rifiuti urbani invece di 1600 per il loro riciclaggio" (Fonte Massachusetts Institute of Technology).

Il 12 dicembre 2007 in Provincia anche Edo Ronchi e il ViceCommissario LaPorta, hanno convenuto che chi possiede impianti di smaltimento non dovrebbe gestire la raccolta dei materiali, per intuibili motivi di conflitto di interesse.

Stante l'attuale legislazione italiana (illegale) si incentivano le aziende a bruciare rifiuti, ma ciò che è veramente combustibile sono carta-cartoni e plastiche, molto più convenienti da riciclare o ridurre, anche a livello energetico.

In Europa l'incenerimento non è in alcun modo incentivato.In Danimarca Belgio e Austria è TASSATO da 4 a 71 euro/tonn (per recuperare i costi esterni individuati dalla UE che altrimenti gravano sulla collettività: minimo 44 euro a tonnellata).

Evidentemente ai Pubblici Amministratori e ai Sindacati di Roma e del Lazio, tutto questo non interessa, perché con 40-70 euro a tonnellata che gli italiani pagano inconsapevolmente con la bolletta elettrica, si sistemeranno i bilanci dell'Ama.
In questo modo aumenterà la quantità di rifiuti assimilati agli urbani per far fare cassa all'exmunicipalizzata, mentre la produzione pro capite annua delle famiglie non arriva a 200 chili procapite, come dimostrato da vari studi e dal Consorzio Priula a Treviso, dove l'occupazione a causa della raccolta domiciliare, è raddoppiata.
Qual è il fine ultimo dei Sindacati a Roma? Creare lavoro, renderlo stabile, dare un servizio moderno, non inquinato alla cittadinanza, stabilizzare le tariffe o risanare i bilanci dell'ex municipalizzata capitolina?

La sola scusa degli inceneritori è la pessima organizzazione che vediamo a Roma con cassonetti strapieni di materiali PERFETTAMENTE riciclabili VOLENDOLO FARE e campane della RD che solo per 3/4, quando va bene, possono essere destinate a riciclaggio, data la qualità di cosa si raccoglie in un modo così obsoleto e incontrollabile. Peggio si raccoglie e meno i consorzi di filiera pagano: la raccolta differenziata non è "buttare (sic) bene" dentro una campana, ma reimmettere i materiali nel ciclo produttivo, separandoli in casa, e avendo una organizzazione che valorizzi l'impegno traducendolo in tariffe legate all'effettiva produzione. La riduzione degli scarti coi cassonetti è semplicemente impossibile. In una situazione così critica, con Malagrotta in esaurimento, qualunque impiantistica pesante non solo non ha senso, ma non rispetta neppure i minimi di legge della RD, per il cui sviluppo sono urgenti impianti di compostaggio per la frazione organica e trattamenti a freddo per il residuo (costa la metà dell'incenerimento!). Buenos Aires, 13 milioni di abitanti, punta a "Rifiuti zero" (e al 55% di RD al 2010), con buona pace delle dichiarazioni disinformate del Sindaco Veltroni il 20 luglio.
Eppure, il sistema avviato della Provincia di Roma per i Comuni, e già applicato a Colli Aniene è sotto gli occhi di tutti, anche a Roma si è cominciato ad assicurare una gestione moderna ed economica degli scarti, grazie soprattutto allo sprone della Rete regionale rifiuti che anche i Sindacati hanno contribuito a far nascere ma dalla quale si vanno sfilando per logiche che col lavoro, poco c'entrano:
(di Piero Capodieci, presidente Comieco, Consorzio obbligatorio per Carta e Cartone. da ITALIA OGGI - 15 marzo 2005 La raccolta differenziata è economicamente conveniente per tutti) "...una ricerca realizzata da un istituto indipendente, conti alla mano, dimostra come tutti i soggetti interessati, cittadini, amministrazioni locali, imprese oltre all'ambiente urbano, avrebbero tutto da guadagnare sviluppando la crescita di questa attività.
L'analisi che è stata commissionata da Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo di imballaggi a base cellulosica) prende in esame i risultati di sei anni di raccolta differenziata in Italia ed evidenzia come i ricavi quantificati complessivamente in oltre 1 miliardo di euro superino di gran lunga i costi complessivi che si fermano a circa 430 milioni di euro. ...
La qualità della vita perseguita migliorando la qualità dell'ambiente con tecnologie leggere non è un'utopia o un lusso, ma un business che da utili, produce occupazione e valorizza il contesto urbano."

Intervenire per ridurre l' inquinamento porterebbe ad immediati vantaggi per la Salute Pubblica: la stessa OMS calcola in 28 miliardi di Euro la cifra che l' Italia potrebbe risparmiare ogni anno riducendo l' inquinamento atmosferico da particolato.
Comunicato stampa EURO 08/05 Berlino, Copenhagen, Roma 22 giugno 2005 Più in generale, si stima che 1 euro investito per abbattere l' inquinamento comporti 10 Euro di risparmio( 6 in costi per la salute, 4 in costi per la previdenza).
Wulf-Schnabel , Loshe J, Economic evaluetion of dust abatment techniques in the European Cement Industry. A report for theEuropean Commission may 1999 Assistiamo ad una spesa sanitaria che nel nostro paese è cresciuta dal 1995 al 2003 del 68% passando da 48.136 milioni di euro a 80.864 milioni di euro.

http://www.assr.it/Spesa/evoluzione_spesa.htm
La chemioterapia antitumorale costituisce uno dei principali capitoli di spesa in Italia come nel resto del mondo occidentale. Nel 2008 sarà al 1° posto nel mercato farmaceutico mondiale con 41 miliardi di $ di fatturato (nel 2004 era pari a 24 miliardi di $)
Si calcola che in Italia il costo dei farmaci antiblastici sia di 580 milioni di Euro l'anno, con un costo medio per paziente anno variabile da 15.000 a 50.000 euro ed un costo complessivo per il Sistema Sanitario Nazionale di 7 Miliardi di Euro.

http://www.imshealth.com
L'incenerimento dei rifiuti è solo un furto di denaro via Enel-contributi Conai e non tiene minimamente conto dei costi esterni assunti dalla collettività, neppure quelli intollerabili a livello sanitario. Chi sostiene l'incenerimento dei rifiuti dovrebbe, in un Paese democratico, accettare un pubblico contraddittorio davanti a telecamere. Nessuno lo accetta, neppure il Commissario Marrazzo, perchè verrebbe smentito. In due anni non ha mai accettato un confronto con la Rete regionale infatti. Quando si sono portati scienziati come Stefano Montanari alla Sala Tevere, dentro la Regione!, non ha accettato l'invito, ma suoi collaboratori erano presenti e non può dire di non sapere.

L'incenerimento è un uso improprio di fondi pubblici che non ha eguali in Europa, uno scandalo vergognoso per un Paese come l'Italia che è fanalino di coda nella gestione dei rifiuti oltre che nella produzione di energia rinnovabile (come eolica e fotovoltaica), quella necessaria ad una società lungimirante, che prima ancora di produrre, deve ridurre in maniera sostanziale gli sprechi energetici che la stanno sobbarcando di costi inutili onerosissimi e immorali. La RD sta al 22% in Italia, come conseguenza della truffa via Enel che la sola cosa che "valorizza" sono i bilanci dei soliti noti. Grazie al "sistema", sottraggono carta cartoni e plastiche a pratiche in assoluto migliori e meno costose. In discarica finiscono scorie e materiali perfettamente riciclabili. In atmosfera, inquinanti organici e particolato da metalli pesanti. Chiediamo che tutti gli inceneritori, compresi quelli di Colleferro (che perdono 11 milioni di euro all'anno in ragione della loro -dilettantesca- dimensione) siano riconvertiti in trattamenti a freddo. Con una "chiusura del ciclo" meno impattante, forse, cominceremo tutti cittadini, aziende, sindacati e politici, ad avere quel minimo di consapevolezza per CAMBIARE.

Roberto Pirani e Vincenzo Miliucci
Rete nazionale rifiuti zero
(zero sprechi...dal significato di "waste" in inglese)

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DOMANDE

(dal momento che il Commissariamento bypassa la Legislazione ordinaria, e i Sindacati riescono molto meglio del sottoscritto a dialogare con la Regione)

1)Sono a conoscenza il Pres.Commissario Marrazzo e il Sindaco Veltroni che un impianto di incenerimento emette centinaia di composti organici, almeno 256, mentre la legge italiana ne ricerca meno di venti?2)Sono a conoscenza il Pres.Commissario Marrazzo e il Sindaco Veltroni che per le nanopolveri (PM 2.5 e inferiori fino ai PM 0.1) non esiste legislazione e non esistono filtri?!(i moderni inceneritori formalmente rispettano la Legge - disgraziatamente la vita segue altri processi, e della Legislazione attuale non tiene conto)3)Chi rappresenta il Pres.Commissario Marrazzo quando si espone a favore degli inceneritori nella bozza di Piano rifiuti (mai mostrata a nessuno se non al Ministro dell'Ambiente), senza che né il Consiglio regionale nè i cittadini si siano mai espressi sulla scelta?4)I nostri rappresentanti istituzionali sono a conoscenza che il sistema più oneroso in assoluto per smaltire i rifiuti è proprio l'incenerimento, con almeno (per difetto)89 euro (occulti!) a tonnellata di costi a carico della collettività fra comparto A3 della bolletta enel / Contributi Conai / costi esterni come da calcoli UE?(minimo,40 euro a tonn + 5 euro a tonn + minimo,44 euro a tonn)

5) Come si sentirebbero il Pres.Commissario Marrazzo e il Sindaco Veltroni se avessero la consapevolezza di poter salvare delle vite umane, e per farlo basterebbe creare ao?
(Come si sentirebbero, se nel 1970 avessero saputo che il cvm era cancerogeno, e i lavoratori erano senza protezioni? Come si sentirebbero, se nel 1970 avessero potuto avvisare la collettività che l'amianto era cancegeno? Chi scrive non può fare a meno di pensarci. ogni giorno. Se non si fida del sottoscritto, non ha che da invitare in Regione i Dottori Patrizia Gentilizi, Ernesto Burgio e Stefano Montanari. Li faccia confrontare con chi ritengono più opportuno. I dati scientifici 2005-2006 sono a disposizione di tutti, sfortunatamente i politici italiani non leggono le riviste scientifiche perché scritte in ing...) Per la direttiva 2001/77/ce i finanziamenti pubblici agli inceneritori sono illegittimi, nonostante l'impegno bipartisan a perseverare nel disastro. L'Italia è pluricondannata dalla Corte di giustizia europea, l'ultima sentenza è della scorsa settimana (sugli inceneritori siciliani). Senza sussidi occulti i termodissipatori di energia (definizione corretta) non starebbero sul ato! Produrre energia dai rifiuti costa 8 volte di più che produrla rispetto a combustibili tradizionali. fonte dei dati, non "gli ambientalisti" ma il Presidente di ASM BRESCIA, che ha rinunciato all'inceneritore di Trento perchè consapevole che sotto le 150.000 ton/anno avrebbe lavorato in perdita, nonostante i sussidi illegittimi a questa tecnologia che solo l'Italia insiste a devolvere, scippandoli alla costruzione di impianti ad energia rinnile. In considerazione di tuttouesto Come si possa considerare tutto questo spreco di denaro pubblico, qualcosa di lecito e utile, appare il più grande mistero della seconda repubblica. E anche con l'intervento della Magistratura, non si consentirà di procedere senza aver prima considerato i fatti gravissimi che nella presente sono brevemente sintetizzati. Per le battute e opinioni a mezzo stampa ci si rivolga atri.

LA:
a)Quantificazione economica dei sussidi pubblici sprecati, articolo comparso sulla Rivista Altraeconomia, 1992 -2003 su dati dello Stato itiano: http://www.ecceterra.org./docum.php?id790
b) Grazie al Porta a Porta i Novaresi differenziano oltre il 68% dei loro scarti per cui, se prima del porta a porta ogni mese mandavano a discarica 3000 tonnellate di rifiiuti, ora la quota mensile da smaltire è di 1000 tonete.


Grazie alle maggiore entrate dei contributi CONAI, pagati in funzione delle quantità di imballaggi riciclati e ai minori costi per lo smaltimento evitato, i costi di smaltimento del comune di Novara sono passati dai 13.766.000 euro del 2003 ( prima del porta a poa) a 13.546.000 euro de2006.
Quindi un risparmio netto ma il comune di Novara precisa che se non si fosse avviato il porta a porta i costi previsti per l'anno in corso sarebbero stati ancora maggiori, vista la crescita dei costi di smaltimento, e stimati a 15.100.
Quindi, a conti fatti, a Novara il porta a porta ha permesso un risparmio del 12% che ha permesso di dare lavoro a 20 nuovi addetti, impiegati a gestire il nuovo sistema di raolta.
da F.Valerio (Ist.tumori diGva)

c) Giorgio Osti, Sociologo all'Università di ieste: "IL COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI" (saggio d 2003) ..."Pare proprio che gli ultimi a convincersi della bontà di forme di selezione spinta, siano le imprese a capitale pubblico (! nds). Se così fosse sarebbe un fatto molto grave, a cui si dovrebbe porre rimedio in sede polii...

d) Uno studio di Federambiente presentato alla fiera ECOMONDO in ottobre 2003 (!), analizza i risultati, sia di rese sia di costi, di diversitemi.
Tale studio è stato fatto su un campione di 8 milioni di abitanti con più di 22 aziende mezze a PaP e mezze a tradizionale cassonetto radale. Forse è il più significativo iItalia. La ricerca ha infatti rilevato che i migliori risultati di raccolta diffenziata sono stati raggiunti proprio nelle aree caratterizzate dai più alti costi di smtimento spesso dovuti all'assenza o alla carenza di impianti a livellolce.

I risultati di questa indagine sono i euti:

· il sistema a contenitore stradale si attesta normalmente su valori inferiori al 35% di raccolta differenziata, e il costo tendenzialmente aumenta all'aumentare della percentul RD

· il sistema domiciliare si attesta normalmente su valori superiori al 35% di raccolta differenziata e fin oltre il 70% e il costo tendenzialmente diminuisce all'aumentare della percentuaedRD;

· il costo complessivo di raccolta, trasporto e trattamento-smaltimento, calcolati in € abitante/anno, non mostra particolari differenze quantitative fra i duessmi;

· il rifiuto pro capite è maggiore di 615Kg/anno col metodo a cassonetto e di 470Kg/anno col metodo porta a porta (il primo può solo rimanere stabile, il secondo può calare col tempo, vedasi ConsorzioPia);

· il servizio migliora (e i costi diminuiscono), solo se le utenze non domestiche operano una raccolta differenziata attiva, rivolta al eero.

A FINE 2004 QUESTI ERANO I DATI DI ANTONIO STIFANELLI, Direttore di Federambnte (Associazione delle aziende exmunicipalizate, Ama cmsa!)

"Nei Comuni che applicano la tariffa i comportamenti rtuosi come la raccolta differenziata, sono premiati, fenomeno NON praticabile in caso dTarsu. Questo è in armonia con i principi comunitari del -chi inquinpaga-.
Nelle imprese multiutilities (in quanto in queste è possibile eseguire accertamenti tra banche dati delle utenze elettriche e idriche), dopo il primo anno (!) si sono ottenuti buoni risultati nel ridurre l'elusione e l'esione.
Ciò ha portato alla determinazione di tariffe più BASSE di quelle praticate durante il primo anno di gestione e quindi più EQUE rispetto all su."

Un altro aspetto positivo è quello legato l'iva.
Mentre con la Tarsu al costo del servizio al Comune si applicano oltre all'iva al 10% l'Eca (10%) e l'addizionale provinciale, con il sistema a tariffa l'impresa fattura DIRETTAMENTE all'utente con un ovvio beneficio, per quest'ultimo, d 10%. Inoltre, tale argomento fornisce una ragione per giustificare le agevolazioni applicate per le utenze domestiche per le quali l'Iva è un costo, mentre NON lo è per le attivi&ge

e) Leggendo dall'Osservatorio Nazionale Rifiuti [Rapporto 2003] (pag. 348) "...in generale circa il 75% dei rifiuti prodotti può essere ricondotto ad attività di tipo industriale, mentre il restante 25% deriva dalle attività dmiche".

La quantità di rifiuto speciale e industriale è prevalente sul rifiuto domestico. Questo implica che l'attenzione nel suo conferimento, produce mutamenti profondi nella gestione dei rifiuti. Riciclarlo e riprogettarlo quando necessario, dipende unicamente dall'organiazione.
Basta con le menzogne sui "costi insostenibili" della raccolta differenziata. Basta sprechi di risorse e di intelligenza. Basadesso.

I Comuni più attenti all'interesse pubblico, come Colorno (Parma), hanno raggiunto il 60% di RD e hanno già drasticamente ridotto l'uso delle discariche (vanno bonificate), la frazione organica viene valorizzata e comunque almeno resa inerte), i cittadini e i Comuni accumulano crediti dai Consorzi"carta-vetro-alluminio-plastica, si è sviluppato un surplus di occupazione stabile, giovanile, convergente con l'interesse generale creando nuovi legami sociali e controllo del tritorio. Una agricoltura di qualità può ricevere compost ottenuto da raccolte differenziate spinta con successivo raffinamento industriale, in grado di invertire la progressiva desertificazione che il CNR ha denunciato sul suoloiiano.

Un decisivo contributo al risanamento della salute, del territorio, dell'ecosistema, si attua con la chiusura delle discariche tal quali e dello smaltimento tramite incenerimento, attraverso la raccolta differenziata spinta oltre il 60% e il trattamento a freddo del residuo. Le discariche devono essere pubbliche, nnivate.

Quando si crea un danno irreversibile alla salute e si devasta l'ambiente – vedi la distruzione dell'ecosistema nella Valle del Sacco, a Malagrotta,...- si commette un crimine contro l'umantrave;.

Come ebbe a dire il Dottor L. Tomatis sull'inceneritore proposto a Forlìda Hera: " i nostri figli non ci perdoneranno tanta stupiditgrave; "
E aggiungiamo noi, tanta deferenza verso lobby che si sono impadronite di sussidi pubblici per 44 miliardi di euro dal 199 2006.

Si ritiene responsabile chi autorizza atti illegittimi; nessuna "cambiale in bianco" è più possibile dopo quello che è avvento negli ultimi due anni, con le attuali conoscenze e le alternative praticabili e operanti i Italia.


Quanta CO2 si emette per produrre un kilowattora?
  • 940 grammi da incenerimento rifiuti solidi urbani Italia
  • 900 grammi da impianto tradizionale a carbone
  • 650 grammi valore medio Italia 2004 impianti termoelettrici (media da fonti fossili)
  • 530 grammi valore medio Italia 2004 (tutte le fonti)
  • 370 grammi da gas da impianto a ciclo combinato
  • 0 grammi da eolico
  • 0 grammi da solare fotovoltaico




Roberto PiraniQuesto sito vuole essere un contributo alla comunità al fine di dare informazioni corrette ed esaustive sul trattamento dei materiali post utilizzo, ovvero tutto ciò che viene comunemente chiamato "rifiuto".
Il mio obietivo è quello di dare un concreto aiuto per dipanare dubbi e consigliare le migliori pratiche, nonchè per formare il personale e progettare le linee guida rispetto a :
- raccolta porta;
- pre "porta a porta" per ridurre gli scarti;
- dove necessario l'integrazione col brevetto carretta caretta (vedi link);
- gestione senza i cassonetti per strada.

Mio preciso campo di interesse è la facilitazione fra cittadini e autorità nel momento del passaggio al nuovo sistema, oltre alla formazione degli addetti al servizio. A mio parere, è questo un punto strategicamente fondamentale, in quanto solo fornendo loro nuove competenze risulta credibile il cambio di abitudini che si chiede a cittadini e attività produttive.

Roberto Pirani, esperto in gestione e riduzione di materiali post utilizzo.