La situazione attuale della dichiarata "Emergenza rifiuti" nel Lazio è sintetizzata in una durissima relazione di quegli ambientalisti radicali della CORTE DEI CONTI (sempre se i media decidono finalmente che è il momento di fare informazione, non di divulgare opinioni):
"Risulta evidente che l'emergenza è stata disposta unicamente allo scopo di determinare la sospensione dell'applicazione delle normative di settore, limitare gli OBBLIGHI di concertazione, e il principio di ripartizione delle competenze"...
In sette anni, è la sintesi, nulla è stato fatto se non distribuire consulenze.
L' unica soluzione possibile equilibrata a livello economico, è smetterla di derubare i cittadini via Enel per permettere ai soliti noti di costruire impianti inutili e pericolosi come il Gassificatore che sta sorgento DENTRO la discarica a Malagrotta.
Surreale è stata la "lamentela" di quanto "costerebbe" occuparsi in modo moderno dei rifiuti di Roma col "porta a porta":
(pare) 40milioni di euro di extra costo per il primo anno. Addirittura!
Il sindaco Veltroni (e chi ne ha preso il posto - nota 2010) non ha capito che non sarebbe un costo, ma un investimento che col tempo farebbe calare la produzione di scarti.
40 milioni di euro non sono niente, se si pensa che per smaltire un nono del totale dell'intera produzione giornaliera di scarti di Roma gli italiani stanno pagando, senza saperlo, via Enel, 180 milioni di euro.
Calpestando la normativa 2001/77/ce e la minima decenza nell'utilizzo di risorse pubbliche (il gassificatore tratterebbe 500 tonnellate al giorno su 4500).
Raggiunto il 60-70% di raccolta differenziata, e lo si può fare SOLTANTO con modalità domiciliare, il rimanente va trattato a freddo e quando rappresenta una criticità insostenibile per la collettività, riprogettato. Non bruciato. Ri-progettato.
Siamo nel 2007, non nel 1970.Il "lavoro" da fare, e coinvolge industrie e designer, è solo questo, con o senza la collaborazione dei Sindacati a Roma, a cui si chiede di riflettere sui passi intrapresi.
Uno studio dell'Università Bocconi del 2005
ha dimostrato che il costo di 1 MWh prodotto da un medio impianto idroelettrico è pari a 66 euro
che scende a 63 se viene prodotto dall'eolico,
sale a 121 se prodotto da biomasse (scarti vegetali, non come a Brescia...)
e arriva a 280 se si tratta di fotovoltaico.
L'incenerimento di rifiuti solidi urbani con il cosiddetto "recupero energetico", senza considerare il costo di gestione e trattamento dei rifiuti PRIMA che arrivino all'inceneritore, è di 228 euro a MWh.
(senza considerare i danni alla salute umana causati dalle nanoparticelle per le quali al mondo NON ESISTONO FILTRI al di sotto dei 2,5micron, e neppure le leggi che le ricerchino. Tralasciando per carità di patria gli inquinanti organici come diossine e pcb e le scorie tossiche che nessuno in Italia sa dove finiscano, Lazio compreso. Dove saranno stoccate quelle del gassificatore non è dato sapere)
"Nei casi di una produzione giornaliera di rifiuti inferiore a 400 tonnellate (140.000 -150.000 ton/anno), i costi di investimento dei forni di incenerimento del tal quale sono così elevati che il maggiore ricavo della produzione di energia elettrica (Cip 6 , certificati verdi) non è sufficiente a rendere conveniente questa soluzione"
fonte: Unione Nazionale Aziende produttrici energia elettrica. Conferenza nazionale Energia e Ambiente. Roma, Novembre 1998. (98!)
Ecco il motivo del raddoppio dei vecchi inceneritori e il gigantismo dei "nuovi".
Questo stesso motivo è alla base dei tentativi di affossare:-raccolte differenziate porta a porta
-politiche di riduzione della produzione dei rifiuti (la Legge è opinabile?...)-utilizzo di tecniche di trattamento meccanico biologico per gestire i residui
-abolizione di certificati verdi e cip 6 all'incenerimento dei rifiuti-applicazioni di tariffe proporzionali all'effettiva produzione di rifiuti.
La raccolta domiciliare dei rifiuti si attua OGGI a Novara, Asti, Alessandria, Lecco, Monza, Treviso, con buona pace dei fantasisti bipartisan che tirano acqua al mulino delle lobby inceneritoriste. Nel Lazio in pratica si smaltisce, la gestione è altra cosa.
Dai trafiletti sulla stampa del 12 luglio, anche solo minacciando uno sciopero, i Sindacati Ama hanno ottenuto dal Commissario Marrazzo e dal Sindaco Veltroni, l'ennesimo inceneritore di "rifiuti" urbani e soprattutto assimilati agli urbani (il 75% del totale!) da far gestire all'Ama.
E' doveroso e utile a questo punto, partire da dove termina il Pres. del WWF Lazio Raniero Maggini il 10 luglio in una missiva ai Sindacati:
"...in considerazione del fatto che l'impegno delle vostre organizzazioni nei decenni trascorsi per la salubrità del lavoro in fabbrica, oggi va speso per tutelare un ambiente sano per tutti, cittadini e lavoratori.".
E' proprio questo il punto, tutti oggi sanno che l'impegno dei Sindacati, delle P.A., dovrebbe essere speso per ridurre-bonificare la nocività nella quale siamo immersi, nel creare posti di lavoro sani e duraturi; nel luglio del 2007 i Sindacati a Roma, soltanto reclamano il macchinario più anacronistico, inutile e nocivo che l'uomo nella sua stupidità autodistruttiva abbia mai inventato dopo la bomba atomica.
Nello stesso momento in Sicilia la Cgil è schierata coraggiosamente insieme a Rita Borsellino, al Dott. Genchi e agli amici della Rete rifiuti siciliana contro l'illegale PianoCuffaro (4-inceneritori-e-bruciamo-tutto).
Lo scorso anno l'Italia (dati pubblici del GSE) ha subito il furto di risorse pubbliche per 5,5 miliardi di euro finiti nelle tasche di petrolieri e gestori di inceneritori, su 6,1 disponibili per incentivare le energie rinnovabili, e sapendo tutto questo, i Sindacati, a Roma sono tuttora a richiedere impianti capaci solo di distruggere ricchezza:
"Rispetto alla raccolta differenziata l'incenerimento porta a una minore occupazione lavorativa essendo necessarie 80 persone per incenerire un milione di tonnellate di rifiuti urbani invece di 1600 per il loro riciclaggio"
(Fonte Massachusetts Institute of Technology).
Il 12 dicembre 2007 in Provincia anche Edo Ronchi e il ViceCommissario LaPorta, hanno convenuto che chi possiede impianti di smaltimento non dovrebbe gestire la raccolta dei materiali, per intuibili motivi di conflitto di interesse.
Stante l'attuale legislazione italiana (illegale) si incentivano le aziende a bruciare rifiuti, ma ciò che è veramente combustibile sono carta-cartoni e plastiche, molto più convenienti da riciclare o ridurre, anche a livello energetico.
In Europa l'incenerimento non è in alcun modo incentivato.In Danimarca Belgio e Austria è TASSATO da 4 a 71 euro/tonn (per recuperare i costi esterni individuati dalla UE che altrimenti gravano sulla collettività: minimo 44 euro a tonnellata).
Evidentemente ai Pubblici Amministratori e ai Sindacati di Roma e del Lazio, tutto questo non interessa, perché con 40-70 euro a tonnellata che gli italiani pagano inconsapevolmente con la bolletta elettrica, si sistemeranno i bilanci dell'Ama.
In questo modo aumenterà la quantità di rifiuti assimilati agli urbani per far fare cassa all'exmunicipalizzata, mentre la produzione pro capite annua delle famiglie non arriva a 200 chili procapite, come dimostrato da vari studi e dal Consorzio Priula a Treviso, dove l'occupazione a causa della raccolta domiciliare, è raddoppiata.
Qual è il fine ultimo dei Sindacati a Roma? Creare lavoro, renderlo stabile, dare un servizio moderno, non inquinato alla cittadinanza, stabilizzare le tariffe o risanare i bilanci dell'ex municipalizzata capitolina?
La sola scusa degli inceneritori è la pessima organizzazione che vediamo a Roma con cassonetti strapieni di materiali PERFETTAMENTE riciclabili VOLENDOLO FARE e campane della RD che solo per 3/4, quando va bene, possono essere destinate a riciclaggio, data la qualità di cosa si raccoglie in un modo così obsoleto e incontrollabile. Peggio si raccoglie e meno i consorzi di filiera pagano: la raccolta differenziata non è "buttare (sic) bene" dentro una campana, ma reimmettere i materiali nel ciclo produttivo, separandoli in casa, e avendo una organizzazione che valorizzi l'impegno traducendolo in tariffe legate all'effettiva produzione.
La riduzione degli scarti coi cassonetti è semplicemente impossibile. In una situazione così critica, con Malagrotta in esaurimento, qualunque impiantistica pesante non solo non ha senso, ma non rispetta neppure i minimi di legge della RD, per il cui sviluppo sono urgenti impianti di compostaggio per la frazione organica e trattamenti a freddo per il residuo (costa la metà dell'incenerimento!).
Buenos Aires, 13 milioni di abitanti, punta a "Rifiuti zero" (e al 55% di RD al 2010), con buona pace delle dichiarazioni disinformate del Sindaco Veltroni il 20 luglio.
Eppure, il sistema avviato della Provincia di Roma per i Comuni, e già applicato a Colli Aniene è sotto gli occhi di tutti, anche a Roma si è cominciato ad assicurare una gestione moderna ed economica degli scarti, grazie soprattutto allo sprone della Rete regionale rifiuti che anche i Sindacati hanno contribuito a far nascere ma dalla quale si vanno sfilando per logiche che col lavoro, poco c'entrano:
(di Piero Capodieci, presidente Comieco, Consorzio obbligatorio per Carta e Cartone. da ITALIA OGGI - 15 marzo 2005
La raccolta differenziata è economicamente conveniente per tutti)
"...una ricerca realizzata da un istituto indipendente, conti alla mano, dimostra come tutti i soggetti interessati, cittadini, amministrazioni locali, imprese oltre all'ambiente urbano, avrebbero tutto da guadagnare sviluppando la crescita di questa attività.
L'analisi che è stata commissionata da Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo di imballaggi a base cellulosica) prende in esame i risultati di sei anni di raccolta differenziata in Italia ed evidenzia come i ricavi quantificati complessivamente in oltre 1 miliardo di euro superino di gran lunga i costi complessivi che si fermano a circa 430 milioni di euro. ...
La qualità della vita perseguita migliorando la qualità dell'ambiente con tecnologie leggere non è un'utopia o un lusso, ma un business che da utili, produce occupazione e valorizza il contesto urbano."
Intervenire per ridurre l' inquinamento porterebbe ad immediati vantaggi per la Salute Pubblica: la stessa OMS calcola in 28 miliardi di Euro la cifra che l' Italia potrebbe risparmiare ogni anno riducendo l' inquinamento atmosferico da particolato.
Comunicato stampa EURO 08/05 Berlino, Copenhagen, Roma 22 giugno 2005 Più in generale, si stima che 1 euro investito per abbattere l' inquinamento comporti 10 Euro di risparmio( 6 in costi per la salute, 4 in costi per la previdenza).
Wulf-Schnabel , Loshe J, Economic evaluetion of dust abatment techniques in the European Cement Industry. A report for theEuropean Commission may 1999
Assistiamo ad una spesa sanitaria che nel nostro paese è cresciuta dal 1995 al 2003 del 68% passando da 48.136 milioni di euro a 80.864 milioni di euro.
http://www.assr.it/Spesa/evoluzione_spesa.htm
La chemioterapia antitumorale costituisce uno dei principali capitoli di spesa in Italia come nel resto del mondo occidentale. Nel 2008 sarà al 1° posto nel mercato farmaceutico mondiale con 41 miliardi di $ di fatturato (nel 2004 era pari a 24 miliardi di $)
Si calcola che in Italia il costo dei farmaci antiblastici sia di 580 milioni di Euro l'anno, con un costo medio per paziente anno variabile da 15.000 a 50.000 euro ed un costo complessivo per il Sistema Sanitario Nazionale di 7 Miliardi di Euro.
http://www.imshealth.com
L'incenerimento dei rifiuti è solo un furto di denaro via Enel-contributi Conai
e non tiene minimamente conto dei costi esterni assunti dalla collettività, neppure quelli intollerabili a livello sanitario. Chi sostiene l'incenerimento dei rifiuti dovrebbe, in un Paese democratico,
accettare un pubblico contraddittorio davanti a telecamere. Nessuno lo accetta, neppure il Commissario Marrazzo, perchè verrebbe smentito. In due anni non ha mai accettato un confronto con la Rete regionale infatti. Quando si sono portati scienziati come Stefano Montanari alla Sala Tevere, dentro la Regione!, non ha accettato l'invito, ma suoi collaboratori erano presenti e non può dire di non sapere.
L'incenerimento è un uso improprio di fondi pubblici che non ha eguali in Europa, uno scandalo vergognoso per un Paese come l'Italia che è fanalino di coda nella gestione dei rifiuti oltre che nella produzione di energia rinnovabile (come eolica e fotovoltaica), quella necessaria ad una società lungimirante, che prima ancora di produrre, deve ridurre in maniera sostanziale gli sprechi energetici che la stanno sobbarcando di costi inutili onerosissimi e immorali.
La RD sta al 22% in Italia, come conseguenza della truffa via Enel che la sola cosa che "valorizza" sono i bilanci dei soliti noti. Grazie al "sistema", sottraggono carta cartoni e plastiche a pratiche in assoluto migliori e meno costose. In discarica finiscono scorie e materiali perfettamente riciclabili. In atmosfera, inquinanti organici e particolato da metalli pesanti.
Chiediamo che tutti gli inceneritori, compresi quelli di Colleferro (che perdono 11 milioni di euro all'anno in ragione della loro -dilettantesca- dimensione) siano riconvertiti in trattamenti a freddo. Con una "chiusura del ciclo" meno impattante, forse, cominceremo tutti cittadini, aziende, sindacati e politici, ad avere quel minimo di consapevolezza per CAMBIARE.
Roberto Pirani e Vincenzo Miliucci
Rete nazionale rifiuti zero
(zero sprechi...dal significato di "waste" in inglese)
Contatta Roberto Pirani >>
Questo sito vuole essere un contributo alla comunità al fine di dare informazioni corrette ed esaustive sul trattamento dei materiali post utilizzo, ovvero tutto ciò che viene comunemente chiamato "rifiuto".
Il mio obietivo è quello di dare un concreto aiuto per dipanare dubbi e consigliare le migliori pratiche, nonchè per formare il personale e progettare le linee guida rispetto a :
- raccolta porta;
- pre "porta a porta" per ridurre gli scarti;
- dove necessario l'integrazione col brevetto carretta caretta (vedi link);
- gestione senza i cassonetti per strada.
Mio preciso campo di interesse è la facilitazione fra cittadini e autorità nel momento del passaggio al nuovo sistema, oltre alla formazione degli addetti al servizio. A mio parere, è questo un punto strategicamente fondamentale, in quanto solo fornendo loro nuove competenze risulta credibile il cambio di abitudini che si chiede a cittadini e attività produttive.
Roberto Pirani, esperto in gestione e riduzione di materiali post utilizzo.