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porta a porta e riciclo
 

La raccolta "porta a porta" (2009)

Il "porta a porta", ovvero la raccolta domiciliare dei materiali, non è un costo, è un investimento. Allora si può parlare di Gestione.è il solo sistema in grado di ripagare i suoi costi senza farli ricadere genericamente sulla collettività, quindi il sistema largamente più EFFICACE per ridurre la quota destinata a smaltimento. Un dato (sbalorditivo) su tutti: a Mercato San Severino (SA), in piena "emergenza rifiuti" perenne a causa del commissariamento, mentre tutto intorno a loro era un disastro sociale, economico, sanitario e ambientale, il Comune otteneva il 55% di raccolta differenziata e una incoraggiante stabilizzazione degli scarti complessivi. La tariffa che i cittadini e le aziende pagano per il servizio, una volta stabilizzata può avere incrementi legati al costo della vita, la tassa a metro quadro oltre ad essere iniqua può raddoppiare da un anno all'altro.

Il "porta a porta" è innanzitutto crescita culturale e di equità sociale, in quanto capace di creare legami fra le persone. Responsabilizza. Favorisce il controllo del territorio, la riqualificazione lavorativa degli addetti e, aspetto non indifferente, rende più appetibile un luogo sotto l'aspetto turistico. Il suo valore va ben oltre quello meramente economico, la differenza non la fanno 5 euro in più o in meno per il primo anno da quando lo si introduce, ma la qualità della vita nel suo insieme.

Tramite il porta a porta possiamo prevenire problematiche sanitarie drammatiche che sono sotto gli occhi di tutti, anche se le soluzioni che i media divulgano sono le stesse che causano i disastri.

Una discarica senza frazione organica di rifiuti urbani è di fatto innocua, altro discorso sono i rifiuti speciali e industriali, per i quali la gestione influenza impatti e costi.

Senza soffermarsi sulla crisi campana, basta guardare al Consorzio Gaia indebitato di 180 milioni di euro, per notare quanto cattive scelte politiche e mancanza di controlli possano provocare, sui "rifiuti". Basta stare 10 minuti a Malagrotta... Non esiste una ragione valida per perseverare con gli sprechi innanzitutto immorali, della nostra società.

Abbiamo tutte le conoscenza per gestire e prevenire gli sprechi.

Basta la volontà politica di agire. La gestione degli scarti alimentari è il sistema più veloce e più economico per pianificare una RD di qualità, capace di centrare gli obiettivi. Il Comune di Roma informa che a Colli Aniene in un mese si è giunti al 63% di raccolta differenziata. Conferma quanto Novara, Asti, Treviso, Capannori, Colorno dimostrano da anni e noi "rifiutologi" cerchiamo di far comprendere a tutti:la RACCOLTA DIFFERENZIATA fatta bene CONVIENE. A tutti.

IL SITO DELLA RETE REGIONALE RIFIUTI ZERO DEL LAZIO (chi ha permesso "educando" e spronando gli amministratori, di far giungere in Regione Lazio, queste "modalità" di gestione). Anche io ne faccio parte: www.rrrlazio.it ricchissimo di informazioni sui "rifiuti".

C'è anche il Convegno che ho pianificato e tenuto insieme al Dott. Montanari in Regione il 9 febbraio 2007 a seconda delle caratteristiche geografiche delle abitudini delle persone nei luoghi, e della produzione di rifiuti (ci si basa sui dati certificati dall'osservatorio provinciale) c'è una fase di studio non-aggirabile, per proporre i piani alternativi. (La Provincia di Roma propone un sistema agevolato) Come ha spiegato perfettamente il Comune di Colorno (PR), comunicando i dati del I anno di RD(60%): "non abbiamo avviato il porta a porta per risparmi nell'immediato, ma per contenere gli aumenti inevitabili del costo di smaltimento che avverranno a breve termine".Stabilizzata la situazione col porta a porta, la tariffa può avere incrementi legati al costo della vita, come gli affitti delle case.
Separati col porta a porta vetro metalli cartacartone e plastica più la frazione organica (che da sola rappresenta il 30% del totale) si va ad ottimizzare tanti altri fattori di RIDUZIONE DEGLI SPRECHI, il primo e importante è l'acqua; indirettamente, tutte le risorse racchiuse all'interno di oggetti e cibi.

L'idea di fondo: far collaborare strettamente Attività produttive., Ambiente, Gestione degli scarti, Agricoltura, con tutti gli assessorati competenti della Pubblica Aamministrazione di Provincia e Comune. Le risorse di ognuno, come finanza e mezzi, possono concorrere a fare la differenza, rendendo più agevole uno sforzo considerevole soltanto nell'avvio. Quando la raccolta differenziata diventa una abitudine non servono più grandi incentivi o richiami morali: serve solo una corretta organizzazione.

Roberto Pirani.
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Il riciclo

La RACCOLTA DIFFERENZIATA, non è altro che la reimmissione nel ciclo produttivo dei vari materiali post utilizzo, risparmiando lo spreco insensato e immorale di risorse naturali, energia, acqua, fonti fossili.

Non è un costo, è un risparmio se ben organizzata.
La sola modalità per ottenere il massimo utile ambientale (che coincide col massimo risparmio economico), è con il servizio domiciliare. Il Conai, ricorda continuamente che non ha alcun problema a gestire materiali raccolti in maniera decente, per la reimmissione nel ciclo produttivo.
Con l'anacronistica gestione a campana stradale, non si ottiene compost di qualità, e non si supera il 40% di RD. Almeno un quarto di quanto viene gettato nelle campane è "contaminato", quindi il Conai non remunera i Comuni per questa quota parte.
Inoltre, coi cassonetti stradali non può calare la produzione di scarti, mentre il PaP ha dimostrato che riesce a rispettare il primo punto di ogni normativa.

I cassonetti sono stipati di "rifiuti assimilati agli urbani" e rendono vana l'intercettazione degli scarti omogenei prodotti dalle "grandi utenze", che scaricano larga parte dei propri costi ambientali sulla collettività:
Leggendo dall'Osservatorio Nazionale Rifiuti [RappRif2003] (pag. 348) "In Italia, come in molti altri Paesi dell'Unione Europea, la quantità di rifiuti speciali prodotti è aumentata di oltre il 50% tra il 1997 e il 2001. Le cause di questo aumento si possono ricercare nelle migliorate condizioni economiche e nel ritmo dello sviluppo industriale descritto dai macroindicatori economici". E ancora: "...in generale circa il 75% dei rifiuti prodotti può essere ricondotto ad attività di tipo industriale, mentre il restante 25% deriva dalle attività domestiche".

Raffronto fra Regioni Veneto e Lombardia (II e III in Italia per RD):
La raccolta domiciliare con separazione secco/umido, presenta sempre in modo nettissimo i migliori risultati, perchè:
- ha la minore produzione di rifiuti;
- ha le più alte rese di raccolta differenziata;
- ha i minori costi procapite del servizio di igiene urbana; (specialmente sopra 50mila abitanti!)
Dott. Natale Belosi Coord. Comitato Scientifico Ecoistituto di Faenza




Roberto PiraniQuesto sito vuole essere un contributo alla comunità al fine di dare informazioni corrette ed esaustive sul trattamento dei materiali post utilizzo, ovvero tutto ciò che viene comunemente chiamato "rifiuto".
Il mio obietivo è quello di dare un concreto aiuto per dipanare dubbi e consigliare le migliori pratiche, nonchè per formare il personale e progettare le linee guida rispetto a :
- raccolta porta;
- pre "porta a porta" per ridurre gli scarti;
- dove necessario l'integrazione col brevetto carretta caretta (vedi link);
- gestione senza i cassonetti per strada.

Mio preciso campo di interesse è la facilitazione fra cittadini e autorità nel momento del passaggio al nuovo sistema, oltre alla formazione degli addetti al servizio. A mio parere, è questo un punto strategicamente fondamentale, in quanto solo fornendo loro nuove competenze risulta credibile il cambio di abitudini che si chiede a cittadini e attività produttive.

Roberto Pirani, esperto in gestione e riduzione di materiali post utilizzo.